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Stremati

   Resto basita a leggere i commenti di autorevoli personaggi dell' antimafia ed ex deputati che, immediatamente,  associano il gesto di uno squilibrato alla 'ndrangheta, solo perché costui originario di Rosarno, sottolineandolo in ogni articolo o intervento televisivo. Fosse stato un romano cosa avrebbero scritto?        Mi stupisce di più che i suddetti personaggi dovrebbero ben conoscere le modalità "operative" della criminalità organizzata!     

Forse perché è più facile scaricare le colpe. in fondo  la 'ndrangheta fa sempre audience!
Pensare al disagio psichico e sociale era troppo semplice. In Italia si deve sempre cercare il capro espiatorio, l' inciucio e mai una verità che è sotto gli occhi di tutti da troppo tempo. Una verità fatta di esasperazione, fallimenti e suicidi, dove le banche imperano, lo Stato è usuraio legalizzato e a rimetterci sono i tutori di quello stesso Stato che non li rappresenta se non da morti, con una medaglia di latta. O che li lascia ostaggi in paesi stranieri per interessi commerciali destinati a pochi o li invia in zone di guerra per “portare pace” e tornare avvolti da una bandiera.
I politici dovrebbero scendere in piazza, mescolarsi alla gente e respirare l’angoscia di chi ha perso un lavoro e con esso la dignità. Dovrebbero schiodarsi da troni e scranni e vivere per un giorno una vita senza privilegi e concessioni, senza corsie preferenziali a sirene spiegate, con le porte chiuse in faccia e un “le faremo sapere”, con le file dai servizi sociali e alla caritas tra i nuovi poveri, laureati e onesti lavoratori! Dovrebbero capire la disperazione di vedere in fumo il lavoro di una vita e non sapere come sfamare i propri cari, costretti a pagare tasse su case costruite con sudore e sacrificio, rinunciando anche al pane per non vedersela portare via!  
Ed è preoccupante vedere che, in un paese come il nostro dove la criminalità non è mai mancata da nord a sud, in tutte le sue forme più o meno articolate ed organizzate, ci sia un’escalation di scippi, furti e rapine. Per non parlare dei “nuovi criminali”: esodati o disoccupati anche di una certa età, che sperano di portare a casa qualche euro spacciando o prostituendosi. Questa è la vera vergogna di uno Stato che ci ha abbandonato e costretti a mendicare e passare all’opposta fazione.
E non credo che le grida di un comico siano alla base di un gesto scellerato, imperdonabile senza ombra di dubbio, ma con mille altre motivazioni dietro che i nostri rappresentanti conoscono per sentito dire. Ma guai a dirlo!
Si viene tacciati immediatamente di populismo, termine tanto in voga ultimamente tra chi ha studiato solo per fare il politico. Ne faranno un corso di laurea a numero chiuso prima o poi!   
Ma ricordiamoci che populismo è un “ atteggiamento ideologico o movimento  che esalta il popolo come depositario di valori totalmente positivi e  accetta, come unica legittimazione per l'esercizio del potere politico, quella derivante dal consenso popolare…”  
Il popolo, dunque, come unico depositario del potere politico.
Non è forse questa la democrazia, δῆμος (démos): popolo e κράτος (cràtos): potere, governo del popolo, che gli italiani hanno scelto come forma di governo?
E seguendo la politica, come ogni cittadino pensante dovrebbe fare, posso ammettere di non averla mai amata e, spesso, mal tollerata soprattutto quando, ahimè, ho visto cadere quegli ideali di appartenenza, sacrificio, lealtà, amore per la patria  e non per il potere, propri di tanti Italiani con la I maiuscola.        
Ma negli ultimi anni scandali, interessi privati e illeciti,  poteri forti più o meno deviati, intrighi di palazzo,  inciuci e cambi di bandiera, mi hanno convinta che non esiste più un vero credo politico, portandomi al punto di non riconoscermi in nessun partito che possa rappresentarmi.
Perché lei mie personali idee non me le può togliere nessuno che non abbia il mio stesso pensiero, che non abbia vissuto una vita “normale” di sacrifici e soddisfazioni, di disoccupazione e gratificazioni lavorative conquistate col sudore, o che non viva a contatto con la vita vera, col territorio e i problemi della gente comune, come i tanti nostri uomini e donne che portano una divisa che a volte va un po’ stretta, perché pur avendo i nostri stessi problemi, sono nel mezzo tra noi e i potenti, costretti a difenderli a costo della vita da un popolo che vorrebbe solo la vera democrazia che si è scelto e per cui altri, tanto tempo fa, sono morti.

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